Banca Popolare di Bari

Fondata nel 1960, la Banca Popolare di Bari, dall’anno scorso Banca del Mezzogiorno S.P.A., attualmente conta circa 70.000 soci in tutta Italia.


Dal 2020 fa parte del gruppo MCC (Mediocredito Centrale – Banca del Mezzogiorno):

  • Utile all’anno 2023 pari a 9,87 milioni di euro;
  • Utile primo semestre 2024 pari a 11,51 milioni di euro.

 


 

CRONOLOGIA DEGLI EVENTI

  • Nel 2010 ci sono i primi rilievi con la Banca d’Italia, che segnala sia problemi organizzativi, che nei controlli interni sul credito;
  • Nel luglio 2014 la Banca d’Italia autorizza la Banca Popolare di Bari ad acquisire il controllo di “Banca Tercas”, ossia la Cassa di Risparmio di Teramo, la quale ha 750 milioni di perdite. L’operazione prevede un contributo del fondo interbancario: 330 milioni. L’anno dopo l’operazione viene contestata dall’antitrust europeo “per la sua presunta configurabilità come aiuto di Stato”. Solo nel 2019 il Tribunale dell’Unione Europea annullerà la decisione UE sugli aiuti a Banca Tercas;
  • Nel 2015 i destini della BPB si legano con la riforma delle banche popolari fatta dal Governo Renzi. L’assemblea dei soci delibera la riduzione da 9,53 a 7,5 euro del valore delle azioni;
  • Nel 2016 il Consiglio di Stato sospende la riforma delle popolari e interrompe il processo di trasformazione in S.P.A. Viene persa, quindi, una condizione importante per raccogliere capitale di rischio;
  • Nel 2017 cresce la preoccupazione tra i risparmiatori che avevano investito il loro denaro in titoli della banca. A fine 2017 le azioni scendono al valore di 3 euro;
  • Nel 2018 la situazione economico-finanziaria della Banca Popolare di Bari è peggiorata ulteriormente ed al 30 giungo 2018 i crediti deteriorati della banca ammontavano ad euro 2,5 miliardi su un totale di 7 miliardi di crediti;
  • Nel 2019 i conti diventano sempre più negativi e la Banca d’Italia evidenzia “un vero e proprio stallo gestionale”. A questo punto, poiché il patrimonio netto è inferiore al 54% degli attivi, la banca viene commissariata a fine 2019 dalla Banca d’Italia; in pratica lo storico management che ha amministrato l’istituto non veniva più considerato in grado di andare avanti con le operazioni necessarie a evitare la liquidazione della banca. Constatato che non c’era la possibilità di aumentare il capitale con fondi privati, il governo ha deciso di ricapitalizzare la Banca Popolare di Bari con fondi pubblici. Invitalia, agenzia interamente controllata dal Ministero dell’Economia, riceve fino a un massimo di 900 milioni di euro che versa al Mediocredito Centrale, banca pubblica che a sua volta rileva la BPB assieme al Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi (Fitd).

 


 

 


 

SITUAZIONE PROCESSUALE

  1. PRIMO PROCESSO PENALE
    Gli imputati sono Marco e Gianluca Jacobini, padre e figlio. L’imputazione è ostacolo alla vigilanza e falso in Bilancio. Banca Popolare di Bari è esclusa quale responsabile civile.
  2. SECONDO PROCESSO PENALE
    Gli imputati sono alcuni ex manager della banca, quali Gianluca Jacobini, Nicola Loperfido e Giuseppe Marella. L’imputazione è: art. 2638 c.c. – ostacolo all’esercizio delle funzioni delle autorità pubbliche di vigilanza. In questo processo BPB si è costituita come responsabile civile.
  3. TERZO PROCESSO PENALE
    Coinvolti 8 ex manager della banca. L’imputazione è: Art. 2638 c.c.: ostacolo all’esercizio delle funzioni delle autorità pubbliche di vigilanza; Art. 2622 c.c.: false comunicazioni sociali delle società quotate; Art. 572 c.p.: lesioni personali; Art. 582 c.p.: lesioni personali; Art. 629 c.p.: estorsione.
  4. Notifica avvisi conclusione indagini preliminari per un totale di 88 persone per l’ipotesi di truffa per un importo di 8 milioni di euro.

 


 

IRREGOLARITA’ RISCONTRATE

  • Irregolarità sulla profilatura dei clienti correntisti della banca. Si sono vendute azioni senza considerare la propensione al rischio dei clienti coinvolti;
  • Omissioni relative alla corretta comunicazione dei prospetti di aumento di capitale di BPB;
  • Manipolazione del questionario di profilatura del rischio del cliente;
  • Errato rispetto dell’ordine cronologico nella vendita dei pacchetti azionari;
  • Omissioni generali nella documentazione consegnata agli acquirenti.

 


 

COSTI

La quota di iscrizione è pari a 350 (iva inclusa). E’ escluso qualsiasi ulteriore onere o rimborso spese in favore di Movimento Diritti Europei. Vi è solo una percentuale da versare a risultato ottenuto.

 


 

COME PARTECIPARE

Se desideri unirti alla nostra azione collettiva per far valere i tuoi diritti e ottenere un giusto risarcimento, compila il form sottostante (specificando il nome dell’azione collettiva) e il nostro team ti invierà la documentazione necessaria per poter partecipare.

 


 

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* (Immagine tratta dal sito web de “Il Sole 24 Ore”)

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