CASO VOLKSBANK

Le azioni sono poco negoziabili, il prezzo è crollato anche oltre il 60%

La Banca Popolare dell’Alto Adige S.p.A., ora Volksbank, ha sede nella città di Bolzano; è inoltre presente nelle province di Trento, Belluno, Treviso, Vicenza, Padova, Venezia, Udine e Pordenone per un totale, a fine 2021, di 180 filiali, oltre 1.300 collaboratori, circa 280.000 clienti e quasi 60.000 soci. Nel 2016 gli attivi della banca hanno superato gli otto miliardi di euro e di conseguenza i soci hanno dovuto deliberare la trasformazione della banca da società cooperativa a società per azioni.

 

DOVE SONO LE VOSTRE AZIONI E COSA È SUCCESSO?

Le azioni sono ammesse, a partire dal 25 settembre 2017, alla negoziazione sul mercato Hi-mtf, presentando i rischi di illiquidità tipici di un investimento in strumenti finanziari non quotati in un mercato regolamentato. II prezzo di avvio delle negoziazioni è stato pari ad Euro 15,30.  Il presumibile valore di smobilizzo corrisponde al Prezzo d’asta determinatosi di volta in volta in sede di esecuzione dell’asta settimanale. Attualmente, le azioni Volksbank sono negoziate a meno di 9,00 euro, tuttavia, a causa del volume di scambi, le azioni sono quasi invendibili.  Gli Esperti hanno più volte evidenziato i rischi connessi ai titoli non quotati. I mercati infatti, rendono evidenti quelle criticità che i piccoli risparmiatori altrimenti non vedrebbero, consentendo quindi di correre ai ripari vendendo i propri titoli prima che sia troppo tardi. I sottoscrittori di azioni e obbligazioni non quotate invece, nei momenti di difficoltà rischierebbero di non poter liquidare gli investimenti rimanendo, così, prigionieri di titoli in continua discesa. Questo è quello che sta accadendo agli azionisti della Banca Popolare dell’Alto Adige, che hanno visto il titolo crollare di oltre il 60% in quattro anni. Ad esempio, un risparmiatore che avesse investito 10.000 euro nel 2016, avrebbe potuto acquistare 520 azioni a 19,20 euro l’una. Il 13 settembre 2020, quella stessa azione valeva  7,31 euro e i 10.000 euro sarebbero diventati circa 3.800: una perdita superiore al 61%. I risparmiatori, che hanno acquistato negli anni le azioni, all’atto dell’acquisto erano stati rassicurati in merito all’estrema solidità delle azioni e al fatto che le stesse avrebbero mantenuto il loro valore.

 

I PUNTI FONDAMENTALI

Come ha riconosciuto l’Arbitro per le controversie finanziarie (ACF) della Consob in numerosissime decisioni, la Banca popolare dell’Alto Adige non avrebbe rispettato le regole di condotta del Testo Unico della Finanza e i Regolamenti Consob di attuazione delle Direttive MiFID (2004 e 2006) nella vendita delle sue azioni. Nelle schede prodotto si sosteneva, inoltre, che il prezzo delle azioni nel tempo non poteva essere inferiore al prezzo di emissione pagato al momento del collocamento. Tali dichiarazioni sono state considerate dall’ACF decettive, in quanto ingannevoli, e hanno falsato la necessaria libera e cosciente determinazione dei risparmiatori ad investire.

Un’altra  questione  riguarda il valore delle azioni stabilito dalla banca in occasione dell’aumento di capitale del 2015, nel quale  il prezzo delle azioni è stato fissato dalla banca a 19,20 euro per azione. Nella controversia legale degli azionisti receduti, il perito del Tribunale provinciale di Bolzano ha valutato le azioni in questione a 11,04 euro per azione, solamente  cinque mesi dopo la fine dell’aumento di capitale. Volksbank sembra quindi aver applicato un prezzo eccessivo nel collocamento, un premio di oltre il 73% rispetto al valore reale delle azioni in questione.

 

Per maggiori informazioni e per ricevere la documentazione per aderire alla nostra iniziativa, contattaci tramite il nostro sito o all’indirizzo “info@dirittieuropei.com”.

Richiedi Informazioni

Contatta il Movimento Diritti Europei, compila il form sottostante:




oppure contattaci