Azione Collettiva CREDIVENETO
Il Credito Cooperativo Interprovinciale Veneto Soc. Coop. (per brevità: Crediveneto) nasce nel 1999 a seguito dell’unione di vari istituti di credito cooperativo operanti nel territorio padovano e veronese. Nel 2016 operava nelle province di Padova, Verona, Vicenza e Mantova e serviva un totale di 110 comuni. Al 31 Dicembre 2015, la banca contava un totale di circa 10000 soci e 30000 clienti. Le masse amministrate ammontavano a circa 1,6 miliardi di euro, il patrimonio ammontava a 150 milioni e il capitale sociale circa 20 milioni di euro.
Con la crisi economica anche Crediveneto subiva delle perdite, le quali però si assestavano su livelli accettabili; l’utile di bilancio del 2014 era infatti di circa 800000 euro.
Improvvisamente il 7 maggio 2016, il giorno prima dell’assemblea soci convocata a Cerea (VR) sul sito della Banca d’Italia comparve un comunicato di liquidazione coatta amministrativa della stessa Crediveneto, in cui si legge che “le attività e i rapporti con la clientela di Crediveneto sono stati rilevati da Banca Sviluppo (Gruppo ICCREA)”… e… “Il Fondo di Garanzia Istituzionale del Credito Cooperativo è intervenuto acquistando i crediti in sofferenza e alcune altre attività di Crediveneto”.
La liquidazione coatta amministrativa si traduceva nel completo e istantaneo azzeramento del valore delle quote dei circa 10000 soci: in un istante, andavano in fumo circa 19 milioni di euro. Ma per quale motivo il Ministero dell’Economia e delle Finanze è intervenuto per porre Crediveneto in liquidazione coatta? Le cause e i colpevoli sono molteplici.
Da come si legge negli atti, la Banca versava in uno stato di decozione ormai irreversibile: il dissesto della banca e il conseguente azzeramento delle relative quote sociali traggono origine da numerose e macroscopiche irregolarità, non solo contabili, commesse nel corso degli ultimi anni in seno a detto istituto.
- Carenze nel governo, nella gestione e nel controllo dei rischi e connessi riflessi sulla situazione patrimoniale da parte dei componenti del consiglio d’amministrazione del direttore generale.
- Carenze nei controlli da parte dei componenti del collegio sindacale.
- Procedure non idonee e comportamenti scorretti in materia di obblighi di diligenza, scorrettezza e mancata trasparenza con riguardo alla determinazione del prezzo delle obbligazioni.
- Misure non adeguate ai fini di una corretta classificazione dei clienti e dei prodotti finanziari, nonché comportamenti scorretti in materia di valutazione di adeguatezza delle operazioni della clientela.
I colpevoli? Coloro che hanno partecipato alla determinazione delle politiche societarie nonché alla redazione dei documenti contabili: Il Presidente del Consiglio d’Amministrazione, i Consiglieri, Il Direttore Generale e i membri del Collegio Sindacale. Inoltre è evidente la responsabilità omissiva di chi, nel corso degli anni, ha certificato i bilanci della Banca, ovvero la PriceWaterHouseCoopers S.P.A. Com’è possibile infatti che le rilevanti discrepanze contabili non venissero all’attenzione della società responsabile della revisione contabile? Per giunta le relazioni di certificazione redatte da PriceWaterHouseCoopers S.P.A. hanno influito in modo diretto sulle intenzioni di acquisto dei clienti e dei risparmiatori; come le Autorità potranno facilmente appurare, il personale della Banca mostrava ai clienti le certificazioni dei revisori e le utilizzava come leva al fine di rassicurare e convincere gli stessi circa la solidità patrimoniale dell’istituto e, di conseguenza, convincerli alla sottoscrizione delle quote.
Da tutto ciò ci si rende conto di come i soci di Crediveneto non avessero davvero alcun modo per realizzare quale fosse la reale situazione patrimoniale in cui l’istituto versava.
Da qui comincia il nostro impegno come associazione a tutela dei diritti civili dei soci truffati di Crediveneto. È in atto una nostra class action contro i responsabili del fallimento di Crediveneto, per poter garantire un rimborso perlomeno soddisfacente a tutti gli azionisti i quali si sono visti azzerare i loro risparmi investiti.
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