E sebbene la piattaforma fosse operativa dal 22 agosto, le richieste arrivate all’Ente sono state ancor meno (circa un sesto) delle già limitate registrazioni: 13mila al 12 settembre queste ultime, mentre 2.200 erano state le richieste. Numeri ancora esigui rispetto alla platea degli aventi diritti. E la mancata chiarezza di una serie di punti su compilazione e documentazione, certo non hanno aiutato, anzi hanno creato difficoltà nella compilazione e l’invio.
Dunque nei prossimi giorni, assicurano da Consap, verranno apportati correttivi e semplificazioni, per rendere la domanda più accessibile. «Tra le semplificazioni annunciate – spiega Letizia Vescovini – l’eliminazione dell’autentica di firma nella delega (necessaria qualora si incarichi un diverso soggetto o una associazione a presentare l’istanza) che a oggi è ancora presente nel modulo scaricabile: si eviteranno così ulteriori costi di autentica notarile».
Un altro aspetto per il quale si sono evidenziate criticità, è quello della documentazione da allegare all’istanza, in particolare quella necessaria a dimostrare l’avvenuto acquisto dei titoli, il prezzo di acquisto e il possesso al momento della liquidazione. «Consap – continua Vescovini – ha riferito che sta incontrando le banche affinché provvedano tempestivamente e in modo uniforme. Se l’attestazione resa dalla banca sarà esaustiva, sarà possibile caricare/allegare solo quel documento evitando così di recuperarne e caricarne altri: anche questo aspetto è fondamentale soprattutto nel caso di acquisti effettuati in tempi diversi e soprattutto a distanza di molti anni quando, di fatto, recuperare la documentazione cartacea potrebbe essere molto difficoltoso o forse impossibile. È evidente che più completa e chiara sarà l’attestazione che rilascerà la banca meno problematiche ci saranno al momento della compilazione della domanda e sarà sufficiente produrre quel solo documento».
Dunque a lavori in corso si attendono ancora i chiarimenti ed in genere è meglio invece evitare di dover fare correzioni in corsa. «È apprezzabile lo sforzo di semplificazione di Consap – continua Vescovini -, ma non dobbiamo dimenticare che la compilazione della domanda presuppone competenze che non appartengono a tutti i potenziali istanti. La terminologia tecnica utilizzata difficilmente può essere sostituita con quella comune e risulta di difficile comprensione. Il consiglio è attendere che sia la piattaforma sia la documentazione che la banca dovrà fornire siano chiaramente definite senza temere di arrivare tardi». Lunedì infatti è stata prospettata anche una eventuale proroga di un mese che consentirebbe di presentare le istanze sino a fine marzo. «A mio avviso – spiega ancora l’avvocato modenese – sarebbe stato opportuno sospendere il decorso dei 180 giorni sino a quando non si fosse raggiunta la completezza del portale e definito con le banche in modo univoco cosa dovranno consegnare alla clientela. Rimangono ancora dubbi che Consap si è impegnata a risolvere con l’ausilio della Commissione tecnica dei così detti 9 saggi previsti dalla legge». Questi ultimi dovranno anche “tipizzare” le violazioni che dovranno essere indicate dai soggetti che non hanno i requisiti patrimoniali (patrimonio mobiliare inferiore ad € 100.000) e di reddito (complessivo inferiore ad € 35.000) per accedere alla così della via “semplificata”.
Va infine segnalato che chi ha effettuato l’arbitrato Anac e non ha ottenuto il rimborso integrale può presentare domanda per ottenere sino al 95% delle somme su cui può chiedere il rimborso. La somma già percepita va indicata nella pagina del portale dedicata a questo aspetto. Allo stesso modo è necessario indicare la pendenza di cause che possano portare a risarcimenti.