Processo BPVi rischia prescrizione, il presidente Lorenzo Miazzi lascia per “incompatibilità” con la sorella Maria Luisa ma i giornaloni tacciono
Hanno scritto in pochi della notizia bomba della cosiddetta “astensione” dal processo BPVi di Lorenzo Miazzi, Presidente del collegio giudicante (nella foto nell’udienza del 13 giugno), e, poi, la sua conseguente sostituzione nel collegio con Camilla Amedoro e con la “promozione” a presidente di Deborah De Stefano confermata nel collegio insieme a Elena Garbo, il primo lancio sui media nazionali è stato quello di Rai News 24 mentre su quelli locali VicenzaPiu.com ha battuto tutti per tempistica ma anche per dovizia di particolari. che riportiamo di seguito aggiornati ad oggi.
La voce più ricorrente e accreditata – scriveva VicenzaPiu.com – è quella di un documento depositato dalla procura di Vicenza “comprovante che la sorella di Miazzi, anche lei legale, fa parte di uno studio legale un cui partner, suo collega, difende Samuele Sorato nella causa per l’azione di responsabilità intentatagli dalla Popolare di Vicenza”.
Lo studio è quello Miazzi Cester Rossi di Padova e l’avv. Maria Luisa Miazzi, che lì opera col partner Francesco Rossi, ex presidente dell’Ordine degli avvocati di Padova, è la sorella di Lorenzo Miazzi per la quale la procura avrebbe ravvisato una possibile incompatibilità dell’ormai ex presidente del collegio giudicante con la sua funzione.
Le prime reazioni, tutte condite dalla parola “sorpresa“, fanno aleggiare specialmente tra le parti civili il timore che il cambio in corsa, più o meno meno volontario del presidente Lorenzo Miazzi, sia collegabile con un allungamento dei tempi della sentenza, che lui aveva assicurato che avrebbe emesso entro il 2020 per ridurre al massimo i rischi di prescrizione.
Per i reati ad oggi adombrati la prescrizione scatterebbe a metà 2021 per quello “più grave”, l’aggiotaggio, che è, idealmente, alla base anche della motivazione della concessione degli indennizzi ai risparmiatori truffati dalla Banca Popolare di Vicenza e, soprattutto, tecnicamente, delle costituzioni di parte civile per i relativi danni, che, in caso di prescrizione di questo reato insieme a quello di falso in prospetto per gli aumenti di capitale del 2013 e 12014, non sarebbero più definibili.
Se il tribunale di Vicenza ha, infatti, provveduto con celerità a riformare il collegio, non si possono escludere, al momento e con la scarsa conoscenza dei fatti e degli antefatti, che gli avvocati degli imputati possano utilizzare questa modifica in corsa per chiedere di ripartire da zero.
Abbiamo contattato via mail il giudice Miazzi (che non ha “nulla da aggiungere a quello che ha detto e dirà il presidente del tribunale“) e lo studio Miazzi Cester Rossi.
L’avv. Francesco Rossi, partner dello studio Cester Miazzi Rossi, ci ha, quindi, confermare quanto da noi anticipato, meno l’essere marito dell’avv. Miazzi, voce che ricorreva nei primi tam tam: “è dal luglio 2015 che tutelo il dr. Sorato, prima per una vertenza di lavoro, poi anche per l’azione di responsabilità intentata dalla BPVi“.
C’è da aggiungere, poi, che se il dr. Lorenzo Miazzi si è trasferito a Vicenza nel novembre 2016, dopo il primo incarico che Sorato ha conferito all’avv. Francesco Rossi, non esistono, secondo vari legali che abbiamo interpellato, ragioni giuridiche di incompatibilità ma solo di “opportunità”, e questa sarà stata la valutazione dell’ormai ex presidente del collegio giudicante nel decidere di “astenersi” dopo la segnalazione della Procura.
Cui prodest? A lui e alla sua reputazione, diremmo, di sicuro, agli imputati e alla loro attesa della prescrizione anche, forse…
Ebbene, oltre a un evidente e generalizzato ritardo nel lanciare ieri la notizia boom su un episodio poco chiaro della saga BPVi, ieri – proseguiva ieri VicenzaPiu.com – ha colpito la sua assenza totale dai cosiddetti giornaloni nazionali (Il Sole 24 Ore, Il Corriere della Sera e la Repubblica) anche se il crac di quella banca ha colpito oltre 118.000 soci, la massima parte dei quali risparmiatori, di cui il 60% circa sono fuori dal Veneto e questo lo sottolineiamo per eliminare subito la scusa di una notizia non “massiva” e non nazionale e da relegare, quindi, nelle edizioni locali che almeno i due quotidiani generalisti hanno come inserti (CorSera) o come specifici giornali territoriali (la Repubblica, ad esempio, col Mattino di Padova, la Tribuna di Treviso, etc.).
Della notizia del forfait improvviso di Lorenzo Miazzi hanno, però parlato, i più “attenti” (barricadieri?) Il Fatto Quotidiano, anche se solo con una colonna al suo interno (“Pop Vicenza, il giudice lascia: tempi più lunghi truffati furiosi“), che a firma di Giuseppe Pietrobelli, riportava i dettagli di Vicenzapiu.com senza citare fonti, e, soprattutto, La Verità che titolava in prima con foto di Zonin (“Colpo di scena al processo. Pop Vicenza: il giudice lascia per presunta «incompatibilità» Zonin e soci rischiano di farla franca e di beffare gli sbancati“) e dedicava una pagina (con titolo a sei colonne “Pop Vicenza, cambia il giudice. Zonin fa festa“) a firma del collega Antonio Rossitto.
Sui perché i “giornaloni” non abbiano riportato la notizia sul cambio in corsa del giudice Lorenzo Miazzi, Il Fatto almeno non l’abbia ignorata e La Verità l’abbia evidenziata, beh, fateci una riflessione associandoci anche i nomi di chi nel governo tifa “sistema”, tra gli applausi dei giornaloni, e di chi ancora non ha capito cosa ci sta a fare in quel governo non riuscendo, quindi, a far buon uso delle critiche o dei consensi dei “giornalini” (più) liberi.
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